La casa del gatto cieco | Stefano Peluso

 L'alloggio per un giovane fotografo e la sua compagna si compone di un primo piano al quale ne è stato aggiunto un secondo sfruttando il sottotetto non abitabile.
L'operazione è stata possibile attraverso il risanamento energetico dell'intero condominio ma soprattutto grazie ad una semplice ma attenta ricalibratura delle volumetrie esistenti.
Il volume recuperato dalla realizzazione della terrazza/patio è stato ridistribuito al piano sottotetto. Così facendo si è ottenuto lo spazio per una biblioteca, una camera da letto ed un bagno. Al piano inferiore si è ricavata una zona soggiorno-pranzo da dove una scala in ferro nero conduce al nuovo piano sottotetto.
L'intervento è da considerarsi più come un esercizio di smontaggio e riscrittura spaziale piuttosto che di mera addizione o dilatazione degli spazi: una ricerca verso un rapporto continuo tra l'interno e l'esterno, una costruzione di nuove prospettive.
Il patio è pensato per garantire il massimo livello di privacy, dato che gli edifici confinanti si trovano ad una quota leggermente più alta.
La grande finestra a cannocchiale che inquadra tutta la valle è un dispositivo architettonico che consente un rapporto diretto tra lo spazio domestico e l'esterno. Nella cornice della finestra della biblioteca ci si può sedere o sdraiare ed osservare così il paesaggio da un punto di vista privilegiato.
In questo modo si è inserito un punto di vista nuovo ed inaspettato su ciò che sta fuori, un approccio simile a quello del fotografo che cerca costantemente di ottenere inquadrature e luci inedite su soggetti apparentemente banali.