Mundus Templumque | MARCO CUOMO

Lo strumento per ribadire questi intendimenti di continuità storica tra la città nuova e la città antica è la creazione di un tempio laico, ovvero il “tempio del mondo”, aperto a tutti gli uomini e a tutte le religioni, che si pone quale evento forte e rigeneratore di nuova vita fino a divenire un ”fatto urbano” (come afferma Aldo Rossi in “L’architettura della città, 1966)”.
Lo studio e la ricerca progettuale si è indirizzata su una soluzione architettonica capace di soddisfare le richieste del bando per quanto riguarda gli aspetti tecnico-funzionali, ma soprattutto volta ad evocare il ruolo simbolico e di sacralità del “Tempio di Salomone” così da determinare la rappresentazione archetipa del tempio (il modello studiato è quello descritto nella lettura del Vecchio testamento) in cui si rispecchia la tradizione storica e culturale del Grande Oriente d’Italia.