"L'ARCHITETTURA tra segno e disegno" | Viviana CIRILLO

CURVA CUBICA Trevi / Italy / 2015

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IL DISEGNO È PENSIERO


 


“Il disegno stimola l’immaginazione e ci permette di riflettere sulle idee, un buon segno che siamo davvero vivi” così termina un articolo Michael Graves (architetto e designer statunitense).


Il disegno nelle sue varie espressioni è necessario sia all’elaborazione che alla rappresentazione del processo progettuale, riflettere sul senso del disegnare senza un obiettivo ben preciso, senza un fine che non è la rappresentazione di un progetto da realizzare, ma una scrittura quotidiana, una scrittura che è ricerca autonoma, un’attività legata allo scorrere del tempo: il tempo del pensiero. Sapendo che attraverso questo tempo, le parole spese produrranno idee di architettura.


Scarpa utilizzava il disegno come pensiero, nei suoi disegni dava spazio a riflessioni e ragionamenti, si poteva assistere in diretta al suo pensiero che si imprimeva sulla carta.


Il disegno è lo strumento attraverso cui il pensiero si trasforma in segno visibile, espressione di un’idea che trova forma nella realtà costruita. La rappresentazione grafica, sia come visualizzazione di un pensiero, sia come registrazione di ciò che esiste, rende attraverso un’immagine bidimensionale, una realtà tridimensionale che si specifica in un modello grafico che ne descrive le caratteristiche e i rapporti.


La figurazione architettonica attraverso linee, campiture, tracciati e colori, assume connotazioni diverse dando luogo a rappresentazioni ora caratterizzate da una valenza simbolica, ora rese attraverso figurazioni mimetiche del reale.


Il disegno costituisce lo strumento attraverso cui è interpretata la realtà, è oggetto di interpretazione ove la lettura dei segni e dei codici grafici adottati diventa fondamentale ai fini della comprensione dell’idea sottesa alla rappresentazione.


E’ un’espressione d’arte sia che si tratti di disegno architettonico o artistico.


Il disegno architettonico è un linguaggio capace di comunicare un evento concreto a un interlocutore attraverso modelli geometrici di grande effetto, comunica notevole realismo e concretezza: chi osserva un’architettura, trasformazione da disegno bidimensionale a realtà tridimensionale, quasi mai percepisce l’idea del progettista.


Il disegno artistico, è espressione di personalità, pensiero, sensazioni che si traduce in segni, tratti, che lasciano libera immaginazione, interpretazione a chi la osserva: è una comunicazione non verbale.


I due tipi di disegno fanno parte dello stesso processo creativo che lega e mette in relazione la mente con gli occhi e le mani.


Nella creazione di ogni rappresentazione grafica, vi è un sentimento di gioia tra l’interazione tra mente e mano.


Anche se con elementi comuni, come la composizione, la creazione, tutte le arti, ognuna ha suo modo, trasmettono emozioni.


La differenza tra il disegno artistico e quello architettonico consiste nella diversa realtà di realizzazione, l’artistico è realizzato nel vuoto, su un foglio bianco che lascia spazio all’immaginario, il disegno architettonico inizialmente è tracciato su un foglio bianco, ma in seguito trasformandosi in architettura si basa su spazi già esistenti con segni già tracciati, ben delineati.


L’architettura si definisce attraverso configurazioni spaziali specifiche, lo spazio nasce dalla semplice articolazione di un sistema di muri che lo delimitano. Il muro è un limite attraverso il quale mediare le relazioni degli individui che abitano lo spazio urbano, le possibili configurazioni che emergono da questi esercizi indagano le possibilità di questa mediazione tra interno ed esterno. Definiscono possibilità combinatorie.


La ricerca costante di un progettista, dovrebbe essere svolta sempre attraverso il disegno, quest’ultimo, produce riflessioni astratte che agiscono sul nostro immaginario e che quindi non hanno nulla a che fare con la realtà dello spazio ma anticipano possibili direzioni, creano le condizioni per pensare l’arte, l’architettura.


Nella percezione dell’architettura bisogna forse fare un distinguo: esistono percezioni forti, percezioni immediate che si esprimono agli occhi del fruitore come eventi semplici e ineluttabili (la presenza di un muro, la presenza di un volume, la presenza di una decorazione), e ci sono percezioni indirette, come la simmetria tra gli ambienti, l’equilibrio tra gli spazi, la proporzionalità tra le parti, e così via, che costruiscono una sensazione di piacevolezza e di appagamento nella percezione del luogo.


L’arte è comunicazione che fa uso della percezione: in particolare, la comunicazione artistica fa uso della percezione “immaginata”, cioè costruisce mondi immaginari pur sulla base di percezioni “reali”. Affermare che la comunicazione artistica “fa uso delle percezioni” significa affermare che alle percezioni viene assegnato un significato comunicativo, non che c’è qualcosa di esterno e “naturale” che viene usato per comunicare. L’opera d’arte è un fenomeno spaziotemporale che può essere percepito e permette la comunicazione tra l’artista e il fruitore dell’arte. Realizzando l’opera, l’artista immette un’informazione; guardando l’opera, il fruitore può comprendere l’azione artistica e l’informazione prodotta. Azione e informazione sono incorporate insieme nell’opera d’arte e quindi sono comprensibili attraverso la percezione dell’opera stessa.


Ogni tipo di disegno permette di vivere un momento magico: LA CREAZIONE che avviene per mezzo di un foglio bianco e matita, sia che parliamo di arte sia che parliamo di architettura.


Oggi spesso si sente dire che il ritorno al disegno è un ritorno al passato, niente di più sbagliato, pensare attraverso le immagini è pensare il futuro.


 

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    Project details
    • Year 2015
    • Status Temporary works
    • Type Exhibitions /Installations
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