Complesso Monumentale Monastero di San Giovanni

Cava de' Tirreni / Italy / 2017

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 Chiuso dal terremoto del 1980, riapre il Monastero di San Giovanni in Cava de’ Tirreni del 1500. Utilizzando fondi europei con tempi inusitati per un restauro in Italia, circa 18 mesi, l’edificio con 13 Portici su Corso Italia  è un polo culturale di eccellenza in continuità della mediateca Marte. Adibito in parte a Museo della ceramica, dell’arte e del design territoriale , ha spazi dedicati all’Unità del gusto (circa 450mq) con ambienti a P.T. destinati all’esposizione, alla degustazione e alla vendita di prodotti dell’eccellenza agricola e di trasformazione del territorio agro-nocerino-sarnese , delle colline salernitane e del Cilento, e un ristorante al 1° piano di circa mq  350 con antistante terrazzo.


A chiudere la corte una spina edilizia novecentesca totalmente recuperata nell’immagine, che ospita una foresteria per 24 posti con ambienti per la colazione e una piccola buvette.


Perno del Restauro del Monastero di San Giovanni è lo spazio centrale agli edifici recuperato in “Giardino delle Clarisse” dedicato alla  memoria delle suore. Uno spazio realizzato con materiali di tradizione, pavimenti in cotto 40x40 asciugati al sole, pergole con pali di ontano, bordure in pietra lavica vulcanica, tappeti erbosi e fioriture mediterranee, in linea con la regola monastica. L’illuminazione serale è stata studiata per accentuare il carattere ieratico e di meditazione di questo “luogo”.Una installazione luminosa non fissa, reversibile dà contemporaneità alla fabbrica intessendo con parole e versi luminosi la storia del complesso.


 L’intero Convento di San Giovanni è stato suddiviso in cinque MACRO AREE totalmente indipendenti sia per distribuzione architettonica verticale sia per i circuiti impiantistici elettrici e meccanici. Ciò con il principale scopo di rendere al finale dell’opera più facile la gestione del complesso con individuazione di soggetti economici diversi per ogni ambito e settore di offerta merceologica e funzionale.


 


Le MACRO AREE sono:


Polo Museale e del Design del Territorio
-          Esposizione


-          Accoglienza


-          Spazi per convegni e conferenze


Unità del Gusto         
-          Spazio di esposizione e vendita


-          Bar


-          Ristorante (anche all’ aperto)



Piccola ristorazione    
-          con spazi utilizzabili per ristoro ed accoglienza utenti della foresteria
Foresteria       


 
-          con n. 24 posti


-          Centrale di accoglienza


-          Servizi comuni



Chiostro/Corte/ Giardino delle Clarisse           
-          Spazio adibito all’ accoglienza, all’ozio e al pensiero


-          Polifunzionalità dello spazio centrale attrezzabile per ospitare circa 300 posti a sedere per spettacoli all’aperto di tipo artistico/musicale/teatrale


Il Progetto contempla tutte le macro aree in un progetto unitario dove il sistema di relazione diventa il tessuto distributivo orizzontale e verticale.


L’intera fabbrica “Complesso di S. Giovanni” ha ingresso dal Corso Italia o Umberto I, nell’androne storico del Monastero di S. Giovanni.


Tale ingresso oggi rivisitato per le funzioni che si allocheranno si ritiene non più sufficiente. Infatti provenendo dalle aree di parcheggio localizzate sul Trincerone si è favorito il disegno di ingressi autonomi per tutte le macro aree rintracciate, a meno di quella principale del Polo Museale e di Design del Territorio, che rimane storicamente ancorata all’ antica posizione della scala di distribuzione del Monastero delle Clarisse.


I nuovi accessi da ovest al Complesso di S. Giovanni favoriscono il rapporto di questa fabbrica con il nuovo asse di sviluppo urbano, l’asse del Trincerone, che tra poco ospiterà anche un parco urbano. Si crea così ancora una nuova permeabilità pedonale verso il centro storico antico.


Si rafforza così il sistema di relazione tra l’asse del centro storico e il nuovo asse del Trincerone, nuovo polo della città, già esistente con i collegamenti tra le proprietà insistenti nel Centro Storico.


POLO MUSEALE E DI DESIGN DEL TERRITORIO


Agendo in un contesto storico vincolato ai sensi della D. Lgs. 22/01/2004 n. 42 come da decreto n. 1134 del Ministero per i Beni e le Attività Culturali – Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Campania  - si sono adoperate scelte progettuali tutte contenute nei principi della Carta del Restauro.


In particolare si sono mantenuti gli unici percorsi verticali esistenti e quelli nuovi si sono rintracciati nella stessa area con demolizioni di parti ormai storicamente annullate dal processo di “ricostruzione” avvenuto negli anni post terremoto.


Di fatti le demolizioni che si sono operate per favorire i nuovi percorsi verticali ed hanno interessato solo ed esclusivamente lo svuotamento di pignatte e travetti in c.a. tra travi a spessore tra gli impalcati strutturali.


MUSEO DELLA CERAMICA,  SALA RIUNIONI, SERVIZI ACCOGLIENZA


La parte del convento lungo il Corso Umberto I è stata progettata come sede di tre funzioni tra loro correlate e indipendenti: il Museo della ceramica, la sala riunioni e i servizi accoglienza.


Trattandosi del corpo di fabbrica conventuale di più antica datazione che contribuisce a disegnare il carattere architettonico del Corso, il progetto di restauro ha conservato con attenzione tutti i  caratteri decorativi e materici esistenti i quali sono  per lo più concentrati sulla lunga facciata porticata sul Corso.


Finestre, cornici, davanzali sporgenti modanati, infissi, scuri e basse ringhiere, sono stati recuperati o riproposti identici, salvo adeguamento per la sicurezza.


Diverso il discorso sullo spazio interno dei locali del convento destinati a Museo e a funzioni complementari. Qui i caratteri costitutivi del complesso sono andati quasi completamente perduti.


Il progetto del museo e degli spazi correlati occupa tutta l’ala al primo piano posta sul Corso Umberto I. Esso individua e accorpa funzioni che insieme danno maggiore potenzialità al museo, ma che possono anche avere vita autonoma: museo, sala conferenze e servizi accoglienza.


Il polo museale proposto ha due ingressi  che ne garantiscono l’accessibilità e la sicurezza e che consentono il funzionamento separato delle attività del museo e della sala-conferenze.


La sala per conferenze-riunioni è stata pensata come sala iniziale del museo nella quale è stato ricavato uno spazio per piccole conferenze per circa 60 persone. Intorno a tale spazio, schermato da teche museali e da pareti vetrate traslucide,  si snoda il percorso museale diretto alle sale museali vere e proprie.  Si crea in questo modo un positivo uso di questo grande spazio che può ospitare, nelle aree perimetrali, anche mostre estemporanee. Il carattere di questa sala è dato dalla sua forma vagamente basilicale esistente che è stata confermata attraverso il rivestimento in doghe di legno del soffitto.Il museo vero e proprio è stato pensato come sequenza di sale comunicanti poste al piano primo e come spazio libero al piano secondo. Esso è distribuito da un largo corridoio centrale maiolicato e a doppia altezza. Nel progetto sono stati ipotizzati allestimenti con teche in vetro illuminate disposte a parete o isolate. L’illuminazione ambiente e  quella puntuale è stata progettata all’interno dei controsoffitti  in entrambi i piani museali.


Materiali


Il progetto ha proposto di rialzare con pavimenti sopraelevati alcuni locali in modo da realizzare un piano di calpestio quanto più uniforme possibile  e a percorribilità dei disabili. Tale soluzione ha limitato fortemente i numerosi dislivelli esistenti e  laddove indispensabile, la continuità del calpestio è stata garantita da rampe inclinate.


Nei pavimenti è stato fatto largo uso di maioliche colorate e/o disegnate insieme a parquet di legno chiaro. In particolare si è ritenuto che nelle sale del museo il parquet fosse il pavimento migliore per esaltare l’esposizione delle ceramiche sia per colore sia per contrasto armonico di materiale.


I soffitti con travi e tavolato in legno  in buone condizioni di finitura sono stati recuperati, mentre  gli altri soffitti  sono stati controsoffittati con cartongesso per passaggio impianti e per posizionamento luci ambiente e puntuali (led) ; solo la sala per conferenze è stata rivestita  sulle due falde con controsoffitto in doghe in legno.


UNITA’ DEL GUSTO


Prevista analogamente al Polo Museale anche l’ Unità del Gusto. Questa ha il punto di raccordo con il piano superiore attraverso lo svuotamento di parti di solaio in c.a. e con inserimento di un ascensore e una nuova scala. Aver concentrato la verticalità in un solo punto, fulcro centrale della distribuzione e passaggio ha determinato anche la conseguente distribuzione verticale degli impianti, senza perdere di vista l’autonomia e l’indipendenza di ogni impianto per ogni macro/area.


L’unità del gusto è costituita da una galleria su cui si affaccia una unica unità commerciale indipendente. L’obiettivo è avere un grande spazio per le eccellenze cavesi e del territorio con degustazione e vendita in un ambiente molto caratteristico.


La struttura in c.a. di pilastri cruciformi e archi in c.a. ribassati, risultanti dall’intervento di consolidamento effettuato negli anni post terremoto e che ha annullato qualsiasi carattere storico della ex fabbrica del Convento delle Clarisse è preso a pretesto e a citazione di un percorso avvenuto, ancorchè non condivisibile. Lo si accetta, rafforzando segnicamente segmenti di ipotetici muri di suddivisione in cristallo che non annullano ma invece dilatano lo spazio complessivo, creando un gioco di rimando tra il pavimento in doghe di legno sbiancato ceramico e il soffitto sospeso in elementi di cartongesso rivestiti di gres ceramico di 3 mm raffiguranti il marmo statuario venato a macchia aperta.


L’unità del gusto, con proprio bar indipendente a piano terra, continua al piano superiore per diventare wine bar, e ristorante con terrazzo con affaccio nel Giardino delle Clarisse.


Particolare attenzione è stata posta per rendere fruibili questi spazi a tutti, infatti per raggiungere il ristorante posto a quota 3.50, in considerazione dei vincoli strutturali derivanti dall’intervento post terremoto effettuato, si è dovuto prevedere un sistema di scale e ascensori con arrivo alla quota immediatamente utile, ma comunque risultante più alta di circa 40 cm (+3.90). Il dislivello è colmato, poi, internamente con rampe con pendenza massima prevista per legge dell’8%.


Materiali


Riveste particolare importanza l'innesto di strutture in acciaio e vetro nel contesto consolidato, infatti la scala di collegamento tra l'unità del gusto ed il piano superiore è stata realizzata attraverso una struttura con profilati in acciaio e solaio in vetro strutturale.


Anche le stesse partizioni per definire le due macro aree del Museo e del Ristorante è stata realizzata in vetro strutturale.


Rilevanti esperienze in tal senso, con la stessa metodologia e  con l'uso del vetro strutturale  sono state già utilizzate in altre opere dello stesso autore come ad esempio la Mediateca Marte o il teatro di Sarno  dove il cristallo è parte integrante del rapporto tra l'edificio storico, l'antica chiesa di San Giovanni Battista del 1600, le nuove funzioni contemporanee dell'edificio adibito a libreria/bar/sala etc. e il centro storico porticato.


IL GIARDINO DELLE CLARISSE


Il progetto esecutivo prevede la realizzazione di una struttura definita geometricamente da un pergolato di pali di castagno quale memoria e citazione di un elemento tipologico impostato nella definizione di un chiostro.


Uno spazio simbolico di meditazione integrato nel complesso architettonico ma segnato da esso con percorsi deambulatori coperti a verde che simboleggiano il camminare dei monaci/che nel porticato di un Chiostro.


Lo spazio centrale così racchiuso è tutto inerbito con pergole in legno su disegno che ospitano delle piante di sempreverdi.


Gli elementi architettonici che compongono questo spazio sono poveri come dettava la regola monastica:


·         cotto per i percorsi pedonali di distacco dell’ area costruita;


·         pergolati in pali di castagno;


·         pavimentazioni in listoni di legno riciclati e riciclabili;


·         bordura dei prati in pietra vulcanica lavorata a subbia;


·         prato a verde con essenza di gramigna;


·         panche in legno e piccoli alberelli di mortella.   


 


L’utilizzo e il recupero delle antiche tecniche tradizionali  è stato riconosciuto dall’Istituto Internazionale delle Tecniche Tradizionali (ITKI)  a cui aderisce anche l’ U.N.E.S.C.O. che ha menzionato il complesso Monumentale e il giardino delle Clarisse come esempi meritevoli.


FORESTERIA


Nell’unità novecentesca totalmente ristrutturata con l’intervento di consolidamento strutturale, si prevedeva la collocazione nel Progetto Definitivo, al piano terra la Galleria Civica e al 1° piano la Foresteria per complessivi n.15 posti letto.


Il fabbricato è totalmente allo stato grezzo, sia all’interno che nelle facciate esterne e non presenta alcuna traccia rimanente dell’antica costituzione della fabbrica novecentesca.


Per cui  utilizzando gli spazi disponibili e tagliando solo pignatte e travetti in c.a. del solaio della verticale si è avuta la possibilità di una distribuzione verticale con annesso ascensore per consentire una vita autonoma di tale corpo di fabbrica, abbattendo le barriere architettoniche, e relazionandosi all’interno con la quota del “Giardino delle Clarisse”.


INTERVENTI SULLE FACCIATE STORICHE SU CORSO UMBERTO I E VIA GALIONE E SULLA CORTE INTERNA


Il progetto di recupero delle facciate del complesso monumentale San Giovanni Battista ha interessato nello specifico l’integrazione ed il miglioramento di parti e di componenti delle stesse con il rispetto del passato. Per cui si sono trovate tracce del costruito preesistente ed è stata tratta da esse una guida per operare in modo rispettoso sulla fabbrica.


Il recupero delle facciate si basa su un attento studio del Piano del Colore di Cava de’ Tirreni, pubblicato  nel 1996.


Con Analisi dettagliate degli intonaci e delle coloriture si è ricavata la tavolozza storica del 1400, e con campionature varie avallate dalla Sovraintendenza per i B.A.A.A.S. si è giunti al Piano Cromatico delle Facciate, realizzato tutto con intonaci e pitturazioni in calce  tradizionale.


 


Nello specifico della facciata su Corso Umberto I si sono individuati anche qui i fattori di degrado pur presentandosi senza grossi segni di alterazione. L’intervento  prevede il recupero degli infissi esistenti.


 


In particolare si sono individuate le patologie ed i dissesti che interessano questi componenti:


-          Esfoliazione della pellicola della pittura e stato scarso dei pezzi che compongono l'infisso


-          Mancanza di vetri o presenza di vetri inadeguati dal punto di vista termico di sicurezza


-          Mancanza delle ringhiere per adeguamento normativo


-          Corrosione delle ringhiere


Inoltre sono presenti sempre su questi delle vere alterazioni ossia una non idoneità tecnica e/o morfologica  ossia ci sono degli infissi la cui parte esterna non esiste proprio.


Per cui l’intervento di recupero consiste in:


-          Riparazione di infissi esistenti mediante smontaggio e rimontaggio dei vari elementi che compongono l'infisso, per l'eventuale sostituzione dei pezzi. Stuccatura e rasatura, applicazione di uno strato di imprimitura, verniciatura a smalto all’acqua  in colore marrone per l’esterno e bianco per l’interno;


-          Rimozione e reintegrazione dei vetri esistenti con vetri di sicurezza 44.1;


-          Inserimento di balaustra di cristallo di sicurezza stratificato blindato sp. 26/27 mm per quelle finestre che non hanno una altezza di parapetto nel rispetto normativo;


-          Pulitura ringhiere con applicazione di uno strato di vernice antiruggine di fondo. Verniciatura in colori correnti chiari.


-          Per quegli infissi privi della parte esterna si prevede un nuovo infisso in legno pino russo con invetriata 44.1.


Per il completamento del recupero di tale facciata si suggerisce anche la pulitura degli elementi lapidei e la regimentazione degli elementi impiantistici


 

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     Chiuso dal terremoto del 1980, riapre il Monastero di San Giovanni in Cava de’ Tirreni del 1500. Utilizzando fondi europei con tempi inusitati per un restauro in Italia, circa 18 mesi, l’edificio con 13 Portici su Corso Italia  è un polo culturale di eccellenza in continuità della mediateca Marte. Adibito in parte a Museo della ceramica, dell’arte e del design territoriale , ha spazi dedicati all’Unità del gusto (circa 450mq) con ambienti...

    Project details
    • Year 2017
    • Work started in 2016
    • Work finished in 2017
    • Main structure Masonry
    • Client Comune di Cava de' Tirreni
    • Contractor Scermino Costruzioni
    • Cost 3.354.000
    • Status Completed works
    • Type Multi-purpose Cultural Centres / Art Galleries / Recovery/Restoration of Historic Buildings / Restoration of façades
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