Piano Guida per l'area Sequenza- Trento Nord | Roberto Bortolotti

Il progetto vuole riattivare una parte di città per troppo tempo dimenticata e creare un nuovo fulcro di interesse per Trento Nord. Un accentratore di attrazioni, di funzioni, di persone che possa rilanciare l’area e innescare una rete di interventi atti a riqualificare questa parte di città. Per questi motivi si è sviluppato un concept fortemente verticale, utile alla creazione di luoghi della socialità, dell’incontro e dello stare insieme; una rete di spazi urbani pubblici e privati che si articola su un percorso continuo ed organico atto a portare il cittadino in tutti i gli spazi dello stare, dalle piazze, alla stazione ed il verde pubblico dell’area.

Si viene quindi a formare grande spazio pubblico privato al centro dell’area dove ruotano le torri. Questo è il cuore del progetto con una grande piazza centrale, dalla quale si diramano i percorsi pedonali che portano al fronte urbano principale su Via Maccani e alla nuova piazza pubblica della stazione. Piazza questa che si trova vicino alla ferrovia sulla quale affacciano la stazione passante per l’appunto e parte del complesso, con servizi differenti e con il verde pubblico sullo sfondo. Per poter creare una quinta urbana ed anche una divisione visiva e sonora con le rotaie, si è pensato ad un camminamento ciclopedonale utile al raggiungimento della stazione lungo tutta la piazza.

Il complesso è stato pensato con edifici a sviluppo orizzontale perimetralmente lungo le viabilità esistenti di Via Maccani e Via vittime delle Foibe atti a relazionarsi con i bassi edifici esistenti, e con tre volumi che si trovano nella parte centrale del lotto a forte sviluppo verticale.

Le torri, e le funzioni delle stesse, variano in altezza da Sud a Nord in maniera crescente, soluzione utile anche per evitare problemi di ombreggiamento. Due residenziali ed una polifunzionale, hanno quindi altezze differenti, di cui la più la raggiunge i 78 m di altezza.

Queste vengono quindi proporzionate per relazionarsi con il contesto e con la valle agendo sulla loro forma con sottrazioni, tagli e rotazioni atte a scolpire e sagomare i volumi. Ogni torre viene quindi spaccata in due creando diverse “cime” montane. Ispirandosi al Campanil Basso, torre delle Dolomiti di Brenta, dalla forma molto affusolata, vengono quindi lavorate come delle vere e proprie gemme dolomitiche. La volontà è infatti quella di riportare la montagna in città, con i suoi materiali, i suoi colori ed i suoi versanti e i suoi pendii.

Gli edifici residenziali vengono pensati con tante logge e terrazze con arretramenti delle porzioni vetrate per migliorare il comportamento passivo dell’edificio, seguendo una maglia regolare. I materiali prevalenti sono il legno per tutte le bucature, la pietra ed il bianco della facciata esterna. La guglia più alta invece è totalmente vetrata, con una doppia pelle di lamelle bianche atte a ombreggiare le grandi superfici vetrate. Tagli orizzontali attraversano le torri, creando grandi terrazze per gli spazi di convivialità e di socialità. Lo stesso accade negli attici, dove negli edifici residenziali sono state pensate delle grandi terrazze e nella torre polifunzionale un servizio per i cittadini. Al pian terreno, tutti gli edifici sono vetrati, per sottolineare il senso di permeabilità e di leggerezza del complesso e presentano delle coperture in metallo ramato a ricordare il rosa delle dolomiti.

Gli edifici commerciali, utili al mantenimento di una piazza viva durante le ore della giornata, adoperano gli stessi materiali ed una dinamica formale analoga in continuità con le torri in special modo l’edificio d’angolo che mantiene le altezze del fronte urbano di Via Maccani per poi alzarsi invitando l’occhio a vedere le torri.