Aria di famiglia | Pelizzari Studio

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Il profondo know-how del team e la comprovata expertise dimostrata nel restauro conservativo nei settori dell’architettura e dell’interior design hanno permesso di dare vita ad una residenza dal design contemporaneo, immersa nel silenzio e nel verde, che integra soluzioni architettoniche all’avanguardia con il contesto nella quale è inserita.

Il progetto, studiato attraverso una sapiente rilettura delle funzioni, vede la realizzazione di una serie di soluzioni curiose come il piccolo guest bathroom ricavato dal sottoscala nell’ingresso, a cui si aggiunge la ripartizione delle pareti interne con cornici e lesene mancanti o mai esistite, per un apparato scenico dal gusto estetico distintivo.

Fil rouge della realizzazione è la costruzione di una narrazione borghese, mai scontata, puntellata da accenti insoliti che incidono sulla partitura architettonica progettuale. Un racconto che si costruisce appena varcato l’ingresso; la scala scenica e l’alto soffitto affrescato della residenza, uniti alla maestosità dei suoi tre piani, sono un sontuoso invito all’esplorazione.

Ad esaltare le pareti, la selezione di vecchie carte murali rivisitate che ne ridisegnano i profili trasformandole in ampi e scenografici fondali. Nella zona pranzo spiccano delicate e rotonde cromie color avio e black che dialogano armoniosamente con la coppia di contenitori dalle ante in legno bisellato color acqua e conducono lo sguardo verso il grande tavolo dal piano irregolare in marmo Calacatta Gold. Le porte, ridipinte nell’esplosiva nuance pavone, sono abbellite con nuove maniglie in ottone acidate firmate Pelizzari Studio.

Un fine dialogo tra epoche, un abbraccio tra mondi, quello che Pelizzari Studio opera nel nuovo progetto Aria di Famiglia, fondendo con maestria il design di librerie, piccoli contenitori di modernariato, appliques anni ’50 e lampade di luce soffusa, a sofisticati dettagli scultorei ed opere d’arte che percorrono la storia ed accompagnano lo spettatore in un affascinante viaggio attraverso i secoli.

Photography: Mattia Aquila