FATA 2024

Un progetto di giardino terapeutico per Spazio Vita Niguarda Milano / Italy / 2024

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N.B. - Il testo che segue è quello concorsuale originario, che accompagna un'unica tavola architettonica, come richiesto dal bando. Una versione più adeguata e "leggibile" di quella richiesta dal bando, consistente di tre tavole architettoniche e un testo breve, è pubblicata con il titolo Una fata moderna


 


1 | STATO DI FATTO E RICHIESTE | 



L’area di progetto copre una superficie di circa 700 mq e si compone di due zone principali: il giardino, che nel progetto diventerà il “giardino del komorebi”, e il cortile, che nel progetto diventerà il “cortile ludico”. Il cortile, di cui è richiesta una copertura anti-sole rimovibile senza grossi problemi, si interpone tra l’edificio sede della cooperativa Spazio Vita Niguarda (d’ora in poi “SVN”), ad est, e il giardino, ad ovest, occupato da otto maturi bagolari (Celtis australis), vincolati. Un alto muro, pure vincolato, delimita a nord questo complesso. Tra il muro e l’edificio di SVN vi è una sorta di corridoio, un lungo e angusto spazio residuale privo di funzione. 


In cortile si trovano otto vasche per ortoterapia unite a quattro a quattro in due strutture non fisse, di cui è richiesta la conservazione, con eventuale spostamento. Il giardino è cinto incompiutamente da una siepe di ligustro (Ligustrum ovalifolium), da integrare, e percorso da un camminamento sinuoso, con sviluppo anulare, da conservare; vi si trovano vari arbusti e tappezzanti, in un insieme incoerente e disorganizzato, di cui è consentita la rimozione. Il muro vincolato a nord è antiestetico e ne è richiesta la mitigazione visiva con una sovrapposizione esteticamente gradevole. In linea parallela davanti al muro vi è una sequela di piloni, anch’essi antiestetici e da nascondere. 


È richiesto un allestimento concreto e senza fronzoli, entro una dotazione di 35.000 € + IVA, che soddisfi, oltre all’estetica e alla sostenibilità ambientale, anche e soprattutto le esigenze di ausilio psicologico alle cure terapeutiche delle persone con disabilità, nonché di accoglienza e di inclusione sociale onnicomprensiva: delle persone in cura, dei loro familiari ed amici, degli operatori sociosanitari e della comunità in genere. 


 


2 | PRINCIPI | 



La fata è una figura fascinosa e incantevole, per lo più dedita al bene; nel logo ideato per il progetto, la sua bacchetta magica si combina con il logo di SVN, ma nel titolo Fata2024 è anche l’acronimo F.A.T.A. 


Il primo significato di F.A.T.A., Funzionalità, Accoglienza, Terapia, Ambiente, è strategico. La funzionalità e l’accoglienza sono garantite dall’organizzazione flessibile degli spazi, che consente agevoli adattamenti alle esigenze del momento, a priori (progettazione), in corso d’opera (realizzazione) o a posteriori (evoluzione). L’affiancamento alla terapia è la principale ragione del progetto; il rispetto per l’ambiente è una caratteristica irrinunciabile di ogni appropriato intervento paesaggistico. 


Il secondo significato, Fuoco, Acqua, Terra, Aria, è tattico: gli obiettivi strategici sono perseguiti tramite questi quattro fattori. Il fuoco, in bracieri opportunamente collocati nel giardino, ne consentirà una fruizione anche invernale, rendendolo ancora più piacevole, accogliente e aggregante; l’acqua piovana, anziché essere smaltita nel sistema fognario, sarà raccolta, conservata e distribuita secondo criteri al tempo stesso antichi e innovativi; il terreno sarà trattato con micorrize al momento delle piantagioni, e sarà poi progressivamente arricchito da compost prodotto in situ; l’aria sarà depurata dagli agenti inquinanti dall’azione delle piante. 


    2.1 | Funzionalità e accoglienza | 


Uno spazio funzionale all’accoglienza e all’aggregazione è di complemento alla terapia in senso stretto. La bellezza è già di per sé accogliente, ma deve essere accompagnata da un’opportuna scelta e organizzazione di spazi, strutture (anche ludiche) e arredi. A tal fine, il progetto prevede due spazi coordinati e complementari, il giardino del komorebi e il cortile ludico, in cui coesistono spazi “attivi”, per stimoli ed azioni, e spazi “passivi”, per riflessione e contemplazione. 


    2.2 | Estetica e sensorialità | 


È dimostrato che le terapie tecniche sono agevolate dalle esperienze sensoriali positive. Ogni elemento del giardino concorre naturalmente alla sua bellezza, ma nel suo complesso uno spazio risulta gradevole solo se esiste il giusto equilibrio tra varietà ed omogeneità, soprattutto nel caso di un giardino informale. La varietà delle scelte vegetali è stata pertanto bilanciata da due elementi che conferiscono unitarietà e continuità al complesso: la grande e avvolgente pergola in legno e l’impiego ubiquitario del cannicciato. L’altro grande pregio del giardino è costituito dai profumi: sono state selezionate alcune specie capaci di emettere essenze aromatiche, trattenute dall’ambiente raccolto. Infine, non viene trascurato il tatto, soddisfatto da piante a foglie tomentose, gradevoli da toccare. 


    2.3 | Sostenibilità ambientale | 


In tempi di crisi climatica e ambientale è d’obbligo creare un giardino che sia ambientalmente sostenibile e che tenga conto della rapida evoluzione del clima, con conseguente mutazione della natura delle piante adatte a un luogo, del concetto di biodiversità e delle modalità di gestione dell’acqua. In definitiva, piante, acqua e biodiversità definiscono la sostenibilità ambientale ed ecologica del giardino; a complemento, è adottato il principio della conservazione e del riutilizzo. 


    2.3.1 | Piante | 


È ormai evidente il fenomeno della “migrazione” delle piante, verso latitudini e altitudini superiori rispetto ai loro habitat storici. In particolare, in Pianura Padana si stanno naturalizzando specie finora tipiche di areali mediterranei e subtropicali, dai quali “migrano” verso nord. Questo fenomeno naturale, che mette in crisi il principio, peraltro vago, dell’autoctonia, deve essere assecondato e non osteggiato ideologicamente. 


Un ambiente urbano, inoltre, è ben diverso da un habitat naturale. L’impatto antropico è marcato, la qualità dell’aria è scarsa, il suolo è costipato e carente di microrganismi, la luminosità notturna è elevata. Le piante che dimorano in un giardino cittadino devono essere capaci di adattarsi alle sue particolari condizioni (micro)pedoclimatiche e alla sua marcata artificiosità: devono quindi essere poco sensibili all’inquinamento atmosferico (meglio ancora se capaci di mitigarlo), adatte ad un clima caldo e secco e tolleranti di terreni anche compattati e di scarsa fertilità, che saranno comunque molto migliorati dalle pacciamature. 


Non è affatto desiderabile una cura del giardino di tipo maniacale; al contrario, deve essere dato spazio anche alle erbe spontanee non invasive disseminate dal vento o dagli uccelli. Il principio che ciò che non si pianta non ha diritto di dimora e dev’essere estirpato è ecologicamente scorretto. Inoltre, alcune delle piante di progetto si auto-disseminano con efficienza, fornendo materiale vegetale a costo zero. 


    2.3.2 | Acqua | 


Un bene da gestire accuratamente, dato l’alternarsi di eccezionali eventi piovosi che intasano i sistemi di drenaggio e lunghi periodi di siccità che svuotano le falde, è l’acqua. La sua gestione deve essere attuata ad ogni livello, giù giù fino a quello del singolo giardino, perché l’insieme dei giardini e dei parchi di una città è di fatto una rete di drenaggio urbano, che si auspica “sostenibile”. Pertanto, anche alla piccola scala del singolo giardino l’acqua deve essere raccolta, conservata e distribuita con oculatezza. 


Milano è la città più piovosa d’Europa. Il progetto prevede la raccolta e distribuzione dell’acqua piovana intercettata dai pluviali e la sua conservazione in varie cisternine dalle quali può essere prelevata per gravità, quindi senza l’impiego di pompe e di attuatori. Vasi porosi semi-interrati secondo un sistema antico, che val la pena di riscoprire, umidificano il terreno attorno alla rizosfera in modo graduale e continuo. 


    2.3.3 | Biodiversità | 


Alla biodiversità si applicano entrambe le impostazioni concettuali che valgono per le piante e per l’acqua. La biodiversità è definibile a varie scale, ma quella di un ambiente urbano è in ogni caso diversa da quella di un habitat naturale. Nel suo piccolo, un giardino cittadino può declinare un proprio tipo di biodiversità, vegetale, animale, fungina e microbica, da considerare un bene prezioso. 


La biodiversità vegetale consegue dalla varietà delle scelte botaniche e dalla libertà delle specie di auto-seminarsi e quella animale dalla creazione di piccole pietraie che danno rifugio alla microfauna. Il trattamento con micorrize, l’aggiunta regolare di compost autoprodotto e la messa a dimora di piante con radici in simbiosi con batteri azotofissatori arricchiscono il terreno di presenze fungine e microbiche benefiche. 


    2.3.4 | Conservazione e riutilizzo | 


Non sprecare e conservare tutto il conservabile prolungandone la vita è un principio di “sostenibilità” del tutto generale. Perciò le piante e i manufatti (sedie, tavoli, fioriere, faretti, ecc.) esistenti saranno tendenzialmente conservati e trattati per un loro riutilizzo creativo. 


    2.4 | Flessibilità del progetto | 


Un buon progetto deve adattarsi facilmente alle richieste di modifica della committenza e in parte anticiparle. Tutte le parti di questo progetto sono modificabili, dalle scelte vegetali al sistema integrato di irrigazione. La struttura più complessa ed onerosa è la pergola, per la quale sono già proposte diverse soluzioni (§ 4.4). 


 


3 | STRUTTURA | 



    3.1 | Il giardino del komorebi


Komorebi, per i Giapponesi, è l’effetto della luce solare filtrata da una folta vegetazione. È un termine che possiede anche una forte connotazione simbolica: i raggi e le chiazze di luce che spezzano o sfumano le ombre sono metafore di piccole gioie e di speranze che alleviano le sofferenze di momenti difficili della vita. È una visione dell’esistenza ben diversa da quella tipicamente occidentale del “vedere la luce in fondo al tunnel”, e che invita a godere anche dei momenti di felicità che si incontrano nel difficile percorso attraverso il “tunnel”, ancor prima di raggiungerne l’uscita. 


Per estensione di concetto, il komorebi è la luce che spezza il buio, da qualunque cosa provenga: quindi anche, di sera, la luce della luna, delle stelle, o delle lucciole… o la luce generata da lanterne o da falò o da materie luminescenti… o quella riverberata da superfici chiare e riflettenti. 


Qui, il giardino del komorebi è uno spazio cadenzato da una pergola estesa e articolata in due lunghe direttrici che simboleggiano i “tunnel”: una trama che scandisce geometricamente e ordina uno spazio occupato da una vegetazione libera e informale. Una geometria intermedia è costituita dalle “piazzole”, aree circolari libere da vegetazione e circoscritte da essa, in cui sostare come in salottini appartati, per soddisfare le esigenze sia di aggregazione di piccoli gruppi sia di intimità e di raccoglimento di singoli. In fondo al giardino, un’area più ampia consente più ampie aggregazioni. 


L’esistenza di tre geometrie – quella rigorosa della pergola, quella attenuata delle aree circolari, quella frattale della vegetazione informale – rende il giardino stilisticamente equilibrato e consente una scelta vegetale praticamente illimitata. Inoltre, la pergola costituisce una struttura che riempie da subito il giardino, in collaborazione con i bagolari già maturi, permettendo di piantare arbusti giovani e poco sviluppati, con vantaggi sia agronomici che economici, mentre le “piazzole” giustificano la presenza pregressa del vialetto sinuoso, che si desidera mantenere. 


I bagolari già esistenti, i nuovi arbusti e i rampicanti che rivestiranno la pergola costituiranno un sistema vegetale rigoglioso a varia stratificazione verticale, che nelle giornate soleggiate scherma la luce solare lasciandola filtrare in modo diverso da punto a punto e da istante a istante, secondo i principi del komorebi. Gli arbusti sono raggruppati in modo da formare una gradevole alternanza tra pieni e vuoti e delimitare le “piazzole” di sosta: un’organizzazione che consente la coesistenza di spazi liberi fruibili con una vegetazione piena e rigogliosa. 


Questi principi sono estesi anche all’ambito serale e alle giornate con tempo uggioso, con un insieme articolato di illuminazioni ad hoc. Questo sistema comprende i faretti già esistenti, resi esteticamente gradevoli da piccole opere di camouflage, bracieri distribuiti strategicamente, file di minute lampadine LED annidate tra le fronde come sorgenti di luce puntiformi, vasi luminescenti, e vegetazione chiara che spicca nel buio, secondo i principi paesaggistici dei giardini notturni, o giardini lunari. I bracieri, oltre a produrre bagliori sempre diversi e suggestivi, fungono anche da fonti di calore attorno a cui riunirsi nei periodi più freddi. 


Questa impostazione dalla doppia valenza, simbolica e paesaggistica, rende il giardino attraente e fruibile in ogni condizione e momento del giorno e dell’anno. 


    3.2 | Il cortile ludico | 


È naturalmente coinvolto nel progetto anche il cortile che si interpone tra il giardino del komorebi e l’edificio che ospita SVN, per formare un complesso stilisticamente e funzionalmente omogeneo. Perfino lo stretto vialetto tra il lato nord dell’edificio e l’alto muro perimetrale, che è al momento un angusto spazio residuale, può essere in qualche misura valorizzato. In questo modo l’intera area di pertinenza di SVN risulta un unicum esteso e compiutamente organizzato. 


Il fatto che quello del komorebi sia un giardino “a stanze”, con vari spazi per lo più intimi e appartati che favoriscono il raccoglimento e piccoli assembramenti tra amici o famigliari, suggerisce di impiegare il cortile come spazio di ampia aggregazione, con una connotazione anche ludica. Poiché tra i visitatori vi sono anche bambini, si devono prevedere giochi e attività praticabili sia dagli ospiti fissi della struttura, in carrozzella, sia dagli adulti e dai bambini delle famiglie in visita. 


Nasce così il cortile ludico, con funzione ricreativa e pluri-aggregativa. Per fondere il cortile con il giardino, in quell’unicum che si desidera creare, la pergola del giardino viene estesa al cortile. Le piante attualmente in giardino, e da espiantare perché incoerenti con il progetto, possono in gran parte essere trapiantate in fioriere da disporre attorno al cortile, per il suo abbellimento e per la sua congruità con il giardino, senza sprecare nulla. 


Poiché la fruibilità del cortile è al momento limitata dall’esposizione solare nel periodo estivo, la parte di pergola sopra di esso sarà ricoperta da un cannicciato ombreggiante. A differenza di una copertura continua, il cannicciato consente un ombreggiamento che può essere graduato da leggero a totale giocando sulla densità delle canne. Si possono inoltre adottare degli accorgimenti per rendere la copertura anche impermeabile alla pioggia e resistente alla grandine e a un forte vento. 


    3.3 | Il muro vincolato | 


L’alto muro perimetrale a nord, che non può essere toccato, deve essere nascosto alla vista perché decisamente antiestetico, così come i piloni antistanti al muro. Impiegando il cannicciato per camuffare il muro si ottiene una continuità stilistica tra muro e cortile. 


In ogni caso, davanti a questa struttura di camouflage si troveranno i montanti della pergola sui quali correranno i rampicanti, che copriranno parzialmente la parete in cannicciato conferendole una gradevole discontinuità attraverso l’alternanza visiva tra cannicciato e rampicante. Uno spazio libero dell’ampiezza di circa 1 m seguirà la parete per consentire un’agevole manutenzione o rinnovo della struttura. In questo modo la struttura di camouflage entra pienamente a far parte del contesto sia del giardino che del cortile, costituendo inoltre un’ulteriore elemento di connessione tra le due aree. 


    3.4 | Il complesso | 


In questa integrazione di cortile e giardino si trovano spazi di ogni sorta, da quelli intimi e raccolti a quelli di ampia aggregazione, passando da quelli con caratteristiche intermedie; sono possibili attività ludiche e ricreative per gli ospiti fissi in carrozzella e per i visitatori, grandi e piccoli; si può fruire del complesso all’aperto in ogni momento e in qualsiasi condizione di tempo; si può godere di una ambiente sempre diverso e sorprendente. 


Le prospettive sono particolarmente curate. La pergola è doppiamente digradante, in direzione nord-sud (dal muro all’ingresso del cortile) e in direzione est-ovest (dall’edificio all’estremità più remota del giardino). La pendenza nord-sud è la più accentuata ed è circa del 10%, mentre quella est-ovest è limitata al 2%. Ciò introduce un inganno prospettico che fa percepire il cortile come più ampio se visto dall’interno verso l’esterno e il giardino più profondo se guardato dal cortile. Le pendenze hanno anche una ragione funzionale, legata all’eventuale trasporto dell’acqua piovana da impiegare per l’irrigazione. 


La pendenza nord-sud della pergola è accentuata per proteggere più efficacemente il cortile dall’irraggiamento solare, particolarmente forte e disturbante nel periodo meridiano e pomeridiano delle giornate estive. La pendenza est-ovest costituisce un compromesso tra l’esigenza di non abbassare troppo la pergola alla sua estremità ovest (altezza minima 2,3 m) ed avere tuttavia abbastanza pendenza da consentire lo scorrimento dell’acqua sui condotti che sormontano le traverse: il 2% è la pendenza adottata negli acquedotti romani. 


Un aspetto importante del progetto è la sua marcata flessibilità, nello spazio e nel tempo. Riguardo agli spazi, non solo gli arredi, ma anche le strutture sono rimovibili e spostabili. La pergola sarà modulare e smontabile con modalità semplici. Traverse e montanti saranno imbullonati in modo tale che le giunzioni possano essere sciolte facilmente. Dalla parte del cortile, il sistema di copertura (il cannicciato ombreggiante, il telo impermeabile associato e la maglia metallica di sostegno), oltre ad essere molto economico, è prontamente rimovibile e sostituibile quando usurato o danneggiato. La modularità ripetitiva della pergola consente a questo sistema di essere utilizzato per ricoprire anche qualche settore del giardino del komorebi, temporaneamente o definitivamente, secondo le esigenze del momento e sempre seguendo le stesse modalità operative. 


La scelta del cannicciato consegue dal suo elevato rapporto qualità/prezzo, cioè tra resa estetica e costi di acquisto e installazione. Non a caso questo materiale è sempre più impiegato per la copertura di pergole in ambienti sia eleganti e raffinati, sia rustici e informali. Queste sue prerogative lo suggeriscono anche per la schermatura del muro a nord, nella quale potrebbe essere parzialmente e temporaneamente sostituito da grigliati o da pannelli. La presenza dei montanti e delle traverse della pergola consente un facile montaggio degli elementi temporanei, quando e se desiderati. 


Il progetto offre anche la possibilità di una sua realizzazione progressiva, nel caso si dovesse rendere opportuna o necessaria per qualche ragione di carattere organizzativo o finanziario o burocratico o di altra natura. La modularità reiterativa della pergola, in particolare, consente una sua installazione progressiva, a partire dal cortile oppure a partire dal lato nord; oppure ancora, realizzando inizialmente la parte più a est, per ricoprire il cortile, e quella che corre a nord lungo il muro vincolato, per schermarlo. 


L’insieme potrebbe funzionare ugualmente anche se si volesse limitare la realizzazione della pergola a una sua parte, scostandosi ovviamente dalla sua idealità come concepita dal progetto ma senza grave compromissione della sua estetica e della sua funzionalità. In ogni caso l’opera può essere completata in un secondo tempo. 


 


4 | ASPETTI PRATICI E OPERATIVI | 



    4.1 | Espianti e piantagioni | 


Le piante arbustive e tappezzanti già presenti saranno in gran parte espiantate durante il riposo vegetativo e, per non sprecarle, trasferite in fioriere. Sarà conservata e integrata la siepe di ligustro. Le specie da piantare sono state già ampiamente sperimentate in ambito urbano; sono sotto riportate con Nome scientifico + [nomi volgari]. I prezzi indicati si intendono al pubblico; per i professionisti i prezzi sono molto inferiori. Numero di piante per specie e dimensioni saranno stabiliti in fase esecutiva, dipendendo anche dal fornitore prescelto. 


Quercus ilex [elce, leccio] – Piccola quercia anche da siepe, a chioma densa sempreverde, adatta sia al pieno sole che alla piena ombra e resistente alla siccità. La pagina inferiore delle foglie è grigiastra e tomentosa. Si riproduce tramite polloni. Prezzo indicativo: 12,00 € in vaso 18 (h 80 cm). 


Viburnum tinus [laurotino, lentaggine] – Grande arbusto sempreverde che sopporta bene la siccità, sia per siepi che come esemplare isolato. La fioritura avviene di solito a inizio primavera. I minuscoli frutti di colore blu metallico sono molto appetiti dall’avifauna. Prezzo indicativo: 9,00 € in vaso 18 (h 50 cm). 


Pittosporum tobira [pitosforo] – Grande arbusto o piccolo albero sempreverde naturalizzato, adatto sia a formare siepi che come esemplare isolato. È molto resistente alla siccità e al caldo intenso. La fioritura primaverile ha un’intensa ma delicata profumazione, simile a quella della zagara. I semi sono molto appetiti dall’avifauna selvatica. Prezzo indicativo: 18,00 € in vaso 18 (h 70 cm). 


Elaeagnus x ebbingei [eleagno ibrido, olivagno ibrido] – Arbusto sempreverde dal fogliame nuovo color platino, che conserva nella pagina inferiore delle foglie mature. Le radici stringono rapporti simbiotici con batteri azoto-fissatori, che mineralizzano l’azoto atmosferico rendendolo disponibile come nutriente. La fioritura è tardo-estiva o autunnale e delicatamente profumata. I piccoli frutti sono molto graditi dalla fauna selvatica. Prezzo indicativo: 8,00 € in vaso 18 (h 50 cm). 


Nandina domestica [bambù celestiale, bambù del Paradiso] – Piccolo arbusto sempreverde a portamento verticale, vagamente simile al bambù, ben adattato al clima del Nord Italia, molto rustico e resistente alla siccità. Il fogliame vira di colore nell’arco dell’anno. In inverno forma vistosi grappoli di bacche di un vivacissimo colore rosso. È molto decorativa, specialmente se impiegata in gruppi in giardini informali. Ha anche valore simbolico, come pianta foriera di buona fortuna. Prezzo indicativo: 10,00 € in vaso 16 (h 40 cm). 


Acca sellowiana [feijoa] – Arbusto di altezza molto variabile (tra 1 a 7 m a seconda delle condizioni), con foglie ovali di colore verde chiaro sulla pagina superiore e argenteo sulla pagina inferiore. Fiorisce in primavera con fiori stellati a petali bianco-rosa e lunghi stami rossi molto decorativi, che in autunno danno frutti grandi come prugne, profumati e commestibili, con sapore tra ananas e fragola; perciò è pianta sia da frutto che ornamentale. Sopporta il freddo e brevi periodi di siccità; gradisce terreni sassosi o sabbiosi, poco irrigati e ben drenati. Prezzo indicativo: 16,00 € in vaso 18 (h 50 cm). 


Trachelospermum jasminoides [rincospermo, gelsomino stellato, falso gelsomino] – Rampicante sempreverde naturalizzata, a grande crescita verticale, anche in ombra piena, con fioritura primaverile molto profumata, alternativa alle siepi per quinte vegetali di ridotto spessore. Utilizzabile anche come ricadente, come coprimuro e come coprisuolo, schermando dall’irraggiamento solare. Prezzo indicativo: 14,00 € in vaso 16 (h 120 cm). 


Hydrangea anomala ‘Petiolaris’ [ortensia rampicante] – Rampicante decidua molto rustica, adatta a ombra e mezz’ombra, con fusto robusto e contorto, decorativo anche nudo nel periodo invernale. A Giugno produce infiorescenze bianche leggermente profumate. Nei primi anni di impianto ha un accrescimento piuttosto lento. Prezzo indicativo: 30,00 € in vaso 22 (h 80 cm). 


Campsis radicans [bignonia rampicante] – Rampicante a rapida crescita, vigorosa ed esuberante, con foglie ovali, oblunghe e dentate, di colore verde molto lucido in periodo vegetativo, poi giallo-rosso in autunno. I vistosi fiori estivi a trombetta sono di un colore arancione molto vivace. Prezzo indicativo: 16,00 € in vaso 18 (h 170 cm). 


Verbascum thapsus [tasso barbasso, verbasco tasso] – Erbacea biennale dal portamento molto slanciato, che può superare i 2 m di altezza, anche in terreni secchi, e presenta una fioritura primaverile ed estiva molto prolungata. È ricoperta da una fitta e soffice peluria gradevole al tatto. I fiori, gialli e raccolti in pannocchie, hanno un diametro di 1,5÷3 cm. Prezzo indicativo: 20,00 € per circa 2000 semi. 


Jasminum nudiflorum [gelsomino invernale, gelsomino di San Giuseppe] – Suffrutice deciduo a portamento arcuato, diffusissimo nel Nord Italia, dove è naturalizzato da secoli. Ha rami ricadenti che radicano nel punto dove toccano il suolo. La fioritura gialla a fine inverno precede la ripresa vegetativa. Prezzo indicativo: 3,30 € in alveolo forestale (h 30 cm). 


Stachys lanata (sin. Stachys byzantina) [orecchie d’agnello] – Erbacea perenne tappezzante, semidecidua in ambienti mediterranei, perde la parte area in inverni rigidi rigenerandola in primavera. La crescita è piuttosto veloce e si espande con facilità, ma le dimensioni rimangono limitate (al massimo poche decine di centimetri in altezza e in larghezza). Le foglie, riunite in ciuffo, sono spesse e marcatamente tomentose, ciò che le rende bianche-argentee e molto gradevoli al tatto. In primavera inoltrata o in estate presenta infiorescenze a spiga composte da minuscoli fiori di un colore che sfuma dal rosa al viola. Predilige la luce e i terreni poveri e asciutti, perfino siccitosi. Prezzo indicativo: 36,00 € per la copertura di 1 m2 (6 piante). 


Cerastium tomentosum [peverina tomentosa, erba lattaria] – Erbacea tappezzante a foglie persistenti vellutate grigio-argentee, con fiori bianchi a Maggio o Giugno. Rustica e poco esigente, vuole il pieno sole e un terreno ben drenato, anche calcareo e roccioso. L’altezza a maturità è di 15 cm, per un diametro di 40 cm circa. Prezzo indicativo: 2,30 € in vaso 8 (h 15 cm), 13,80 € per la copertura di 1 m2 (6 piante). 


    4.2 | Irrigazione | 


I pluviali esistenti nello stretto spazio tra il muro a nord e l’edificio di SVN verranno dotati di deviatori di flusso che convogliano in recipienti di raccolta l’acqua meteorica proveniente dal tetto. I recipienti sono elevati rispetto al terreno e dotati di rubinetti sul fondo, da cui l’acqua esce per gravità. I rubinetti possono essere aperti per riempire innaffiatoi, oppure per far scorrere l’acqua in canne collegate. In questo modo si sfrutta anche uno spazio altrimenti inutilizzato. Possono essere agganciate ai rubinetti anche le ali gocciolanti del sistema di irrigazione già presente, di cui occorrerà valutare la funzionalità e l’adattabilità al progetto, inclusa la possibilità di innaffiare le fioriere. È possibile anche l’installazione di un sistema di grondaie fissate sulle traverse della pergola, che intercetti l’acqua piovana e la scarichi in recipienti di raccolta all’estremità ovest del giardino, dai quali si può prelevare, tranne canne o rubinetti, per le bagnature. 


Saranno interrati dei vasi porosi con il foro di drenaggio occluso. Lasciati scoperti, raccolgono l’acqua piovana in occasione di forti precipitazioni e la trattengono, distribuendola poi nel terreno in modo continuo e graduale attraverso i loro pori. In tal modo il terreno attorno tende a rimanere umido ma non saturo. Quando pieni, i vasi vengono coperti. Una loro distribuzione ben studiata costituisce un sistema di irrigazione integrativo o alternativo alle attuali ali gocciolanti; un suo aspetto notevole è che consente di regolare l’erogazione di acqua in modo puntuale, permettendo a piante dalle diverse esigenze idriche di coesistere nella stessa aiuola. La collocazione dei vasi può essere facilmente cambiata nel tempo, al mutare delle condizioni del giardino. 


    4.3 | Illuminazione | 


L’illuminazione principale, funzionale, è costituita dai faretti già esistenti, che verranno mantenuti ma rivestiti di cannicciato per ragioni estetiche. Uno solo dei faretti necessita di essere spostato, di circa un metro. È prevista anche un’illuminazione secondaria, estetica e suggestiva, costituita da strisce di minuscole lampadine LED per esterni da inserire tra le chiome, con effetto lucciole, da vasi fotoluminescenti (quindi senza alimentazione elettrica), che si caricano alla luce del giorno per brillare la sera, e da bracieri accesi. 


    4.4 | Materiali, strutture e arredi | 


Il principale materiale di progetto è il cannicciato, che presenta diverse vantaggiose proprietà: è ugualmente valido per strutture informali ed eleganti, è molto economico, si presta a varie funzioni (copertura, rivestimento, camouflage), è leggero, è facilmente installabile e sostituibile, resiste bene alla marcescenza e a fine vita è compostabile. Nel progetto è impiegato come fattore di omogeneità stilistica, per ricoprire la pergola, rivestire i paletti dell’illuminazione, celare l’alto muro a nord e armonizzare le fioriere. Non essendo autoportante, deve essere accoppiato ad una rete metallica nascosta di sostegno, eccetto i casi in cui viene fatto pendere. 


La principale struttura è la grande pergola a “U”, verniciata in bianco perché risalti, che permea quasi tutta l’area di progetto, suddivisa in dodici moduli di 7,0 m x 3,9 m. È costituita da montanti e traverse di legno di larice, indicativamente di sezione quadrata (10 cm di lato). Le traverse maggiori sono lunghe 7 m, per limitare l’ingombro dei montanti. Le pendenze della pergola nelle due direzioni ortogonali hanno una valenza prospettica (gli spazi sono percepiti come più ampi) e funzionale (l’acqua piovana può essere trasportata da un’estremità all’altra del giardino da canalizzazioni sopra le traverse). La struttura è modulare per consentire un suo eventuale ridimensionamento o una sua costruzione progressiva nel tempo. La scansione spaziale dei montanti evita l’interferenza con i bagolari e con il vialetto esistente, eccetto in un punto del vialetto in cui un montante si trova in mezzo, ma senza compromettere la transitabilità. In quel punto si potrebbe però sostituire il montante singolo con un arco a montante doppio o con una guglia a montante triplo, che fungerebbe anche da punto focale. 


La presenza di traverse di 7 m richiede un’accurata progettazione esecutiva, con analisi statica e cura delle connessioni, che costerebbe circa 1.300 €. Si possono prevedere staffe di acciaio alla base dei montanti, con funzione di controvento, inserite all’interno di montanti che si possano eventualmente sfilare, vincolate a un fondo in calcestruzzo o infisse profondamente nel terreno. Le lavorazioni in falegnameria di predisposizione dei semilavorati in larice lamellare, con viti di connessione da esterno, impregnanti e oli protettivi, trasporto, montaggio e spese di trasferta ammonterebbero a circa 5.700 € limitandosi alla sola parte del cortile. A questi si aggiungerebbero circa 12.000-13.000 € per l’estensione della pergola al giardino, rimanendo giusto nel budget. La copertura sul cortile costerebbe circa 500 € (1.000 € se si desidera anche una copertura anti-grandine). La sistemazione sui montanti di un sistema di canalizzazione dell’acqua meteorica costerebbe circa 1.000 €. 


Nel caso non si volesse realizzare la parte di pergola sul giardino, sarebbe comunque opportuno predisporsi per una sua realizzazione futura, con l’impianto dei soli montanti, le cui sommità potrebbero essere collegate da cavetti di acciaio su cui far scorrere i rampicanti previsti dal progetto (§ 4.1). Ciò eviterebbe i disagi di lavorare tra le piante, dovendone anche rimuovere una parte, se ci si risolvesse in futuro per tale estensione. Il costo di questa operazione sarebbe di circa 3.000 €, invece dei 12.000-13.000 € del lavoro completo. 


Le fioriere hanno lo scopo di impreziosire le facciate dell’edificio di SVN visibili dall’ingresso in cortile e il perimetro settentrionale dell’area di progetto; ospiteranno, per non sprecarle, le piante tolte dal giardino. Essendo camuffate da cortine di cannicciato di 60 cm di altezza, potranno essere usate fioriere di recupero di varie fogge e dimensioni, rialzate se del caso da una base di mattoni, e anche contenitori da vivaio, con notevole risparmio economico ed evitando smaltimenti. Il profilo del cannicciato che nasconde le fioriere non deve necessariamente essere rettilineo, ma può senz’altro svilupparsi in modo sinuoso. 


Tavoli, sedie e panche possono essere spostati a piacimento. Saranno esaminati gli arredi già presenti per valutare se possono essere restaurati o trattati per estendere il loro uso e limitare l’acquisto di nuovi elementi. Non si ritiene di dover acquisire panche progettate per persone in carrozzina, come esistono in commercio, perché il loro impiego è utile in un parco pubblico a frequentazione generica, dove occorrono effettivamente arredi specifici, ma non in una struttura nel suo complesso già dedicata a questo genere di utenza. L’acquisto di tavoli, sedie e panche non influenza il progetto e potrà essere definito dopo una valutazione dell’esistente. 


I bracieri, in corten, possono essere acquistati da catalogo o commissionati a una carpenteria metallica. In inverno fungono da elementi riscaldanti, estendendo la fruizione del giardino alla stagione fredda, e in ogni momento fungono da incentivi di aggregazione. Sono previsti al centro delle “piazzole”, ma saranno liberamente spostabili e collocabili secondo le opportunità del momento. 


I giochi, con funzione di intrattenimento generale, sono due tavole per due diversi tipi di tris, tracciate sulla pavimentazione del cortile e fornite di pedine dotate di manico per una comoda presa da parte di persone in sedia a rotelle, una scacchiera per la dama, che consiste in un tavolo attorno al quale le carrozzine possono manovrare, e un bersaglio per il tiro con l’arco, autoportante o appoggiato ad uno dei piloni esistenti e confinato nel corridoio tra edificio e muro a nord, in modo da non creare pericolo per gli altri utenti del giardino. 


    4.5 | Soste e percorsi | 


Nel giardino del komorebi sono previste delle piazzole circolari in terra battuta, eventualmente stabilizzata, con funzione di stanze per il raccoglimento o per la piccola aggregazione, a fianco del vialetto già esistente, che verrà ridipinto in colore giallo zolfo. Un percorso in terra battuta affianca le fioriere addossate al muro a nord, percorribile sia per diletto sia per opere di cura e di manutenzione. Il cortile ludico è mantenuto pavimentato con le originarie mattonelle autobloccanti, fatta salva la collocazione di plinti per i montanti della pergola. Verrà dipinto su di esso, pure in giallo zolfo, un percorso ideale che prolunga il vialetto del giardino, sia verso l’ingresso principale dell’edificio SVN sia verso il corridoio del tiro con l’arco. 


    4.6 | Cure e manutenzioni | 


La cura delle piante e le manutenzioni di arredi e strutture non saranno onerose, riducendosi alle buone pratiche legate alla corretta gestione di un comune giardino. I nuovi impianti devono essere accompagnati all’attecchimento da bagnature regolari almeno nei primi due anni: l’antica tecnica dei vasi porosi interrati, che distribuiscono l’acqua con regolarità, è particolarmente adatta allo scopo. Solo i ligustri già esistenti richiedono potature di contenimento piuttosto frequenti. Gli eleagni, che sono a crescita rapida e contribuiscono a dare subito struttura al giardino, devono essere inizialmente lasciati a sé. L’assenza di un tappeto erboso, che avrebbe comunque una pessima riuscita, semplifica molto le operazioni. I nutrienti saranno forniti dalle pacciamature con compost e foglie secche, che manterranno anche il controllo sulla crescita di infestanti. L’apparizione di erbe spontanee non infestanti sarà però da ritenere un arricchimento del giardino. Gli arredi richiederanno una riverniciatura quando l’esame visivo la suggerirà come opportuna. 


    4.7 | Disinfestazione | 


Per quanto un sistema anti-zanzare non sia intrinseco al layout del progetto, i primi casi di infezione dengue in Italia inducono a valutare l’opportunità di difendersi da malattie potenzialmente trasmissibili dagli insetti. 


Secondo i suoi produttori, un buon impianto anti-zanzare a ugelli riduce del 90% la presenza di insetti molesti nello spazio che copre, e gli insetticidi utilizzati sono innocui per adulti, bambini, animali domestici e insetti non nocivi. Il sistema è composto da una centralina e da un circuito di tubi per guidare il prodotto su una serie di ugelli nebulizzatori distribuiti lungo il perimetro da coprire. In questo caso si può stimare che il costo dell’impianto sia di circa 3.500 ± 500 €, per forniture (centralina manuale o con Wi-Fi, 30 ugelli, 30 porta-ugelli, 30 raccordi a T, 120 m di tubo di mandata da ¼”, 3 m di tubo di aspirazione dell’acqua, un raccordo, un riduttore di pressione), trasporto e installazione. 


In alternativa, e con grande risparmio, esiste la possibilità di utilizzare delle fioriere-trappola. Tipicamente una zanzara nell’arco della sua vita si sposta di meno di 100 metri; ne consegue che un giardino è infestato dalle zanzare nate lì. In pratica, nella fioriera viene creato un habitat idoneo alla deposizione delle uova della zanzara, in cui è inserito un larvicida che ha effetto dalla schiusa delle uova alla maturazione della larva, contrastando costantemente la nascita di nuovi individui. Poiché sfrutta i ristagni d’acqua come trappole, questo metodo non risente della dilavazione della pioggia, che quindi non ne compromette l’efficacia, ed è tanto più efficace quanto più numerose sono le fioriere impiegate. 


    4.8 | Tempistica di massima e organizzazione del cantiere | 


La prima operazione da compiere sarà l’acquisizione delle fioriere in cui inserire gli arbusti e i tappezzanti attualmente presenti, in modo da poter liberare il terreno, lavorarlo leggermente e marcarlo per le successive piantagioni e installazioni. L’espianto dovrà ovviamente essere effettuato in periodo di riposo vegetativo e con terreno non gelato, e subito seguito dall’impianto nelle fioriere. Il momento ideale è in linea di massima l’inizio di dicembre, in modo che gli apparati radicali, inevitabilmente danneggiati dall’operazione, abbiano il tempo di rigenerarsi per sostenere poi la ripresa vegetativa a fine inverno. 


Dopo la marcatura del terreno saranno scavate le buche per la messa a dimora delle nuove piante, secondo il piano di piantagione esecutivo. L’installazione della pergola dovrà precedere le piantagioni. Per semplicità operativa e sicurezza del cantiere, non si dovrebbero sovrapporre attività di operatori diversi. Se e quando il progetto sarà approvato, saranno definiti i piani esecutivi e il cronoprogramma dettagliato dei lavori. 


    4.9 | Costi | 


Pergola (costruzione, installazione, copertura): da 7.500 € a 20.000 € 
Piante (acquisto e piantagione): 2.000 € 
Cannicciato (400 mq) e rete di sostegno: 800 € 
Nuovi arredi e restauri (sedie, panche, tavoli): 3.000 € 
Vasi porosi in terracotta di diametro 31 cm (n° 40): 200 € 
Vasi a campana fotoluminescenti (n° 20): 600 € 
Bracieri (n° 6): 900 € 
Strisce di lampadine LED (200 m): 100 € 
Apporto di terra e sassi, rullatura delle piazzole, verniciatura del vialetto: 1.500 € 
Elementi ludici (Tris1, Tris2, Dama, Tiro con l’arco): 1.200 € 
Sistemi di irrigazione e di gestione dell’acqua piovana: 3.500 € 
Fioriere antizanzare quadrate lato 30 cm h 57 cm: 600 € 

Totale: da 21.900 € a 34.400 € 



5 | NOTE PARTICOLARI | 


Gli elementi più rilevanti del progetto sono illustrati nella tavola grafica, che illustra il giardino nella sua maturità. La qualità della tavola in termini di risoluzione è limitata dalla richiesta che l’immagine abbia un peso non superiore a 4 MB. Ovviamente rimane a disposizione un’immagine a più alta risoluzione per consentire un’adeguata qualità di visualizzazione e di stampa in formato A0. 


Nel progetto non è indicata la collocazione di una piccola zona per il compostaggio, essendo un particolare che non compromette l’integrità del progetto ed è da definire assieme alla committenza. È comunque auspicabile che il compostaggio venga effettuato e che il centro SVN si doti di un biotrituratore. 


Le aiuole dovranno essere rilevate con apporti di terra per consentire di scavare buche poco profonde, che non interferiscano con l’apparato radicale dei bagolari, per cui dovranno essere messe a dimora piantine piuttosto giovani. Dei cordoli “sciolti”, composti da semplici sassi di 10-20 cm di pezzatura, conterranno i riporti di terra, oltre ad offrire rifugio alla microfauna. 


Alcuni dei vecchi bagolari non appaiono in grande salute. Se si verificasse la necessità di un abbattimento, sarebbe il caso che venisse effettuato prima delle piantagioni. Il tronco potrebbe essere tagliato ad un’altezza di circa 3 m, in modo da utilizzare il moncone come supporto per rampicanti. 


Non facendo parte del progetto, nella tavola grafica i bagolari sono mostrati solo con il contorno delle chiome nella planimetria in scala, e non sono affatto mostrati nell’immagine prospettica. La copertura della pergola è omessa graficamente per consentire la vista del cortile. Non sono mostrati gli arredi mobili perché liberamente collocabili e da scegliere in sede esecutiva, dopo la valutazione di quelli già presenti. 

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    N.B. - Il testo che segue è quello concorsuale originario, che accompagna un'unica tavola architettonica, come richiesto dal bando. Una versione più adeguata e "leggibile" di quella richiesta dal bando, consistente di tre tavole architettoniche e un testo breve, è pubblicata con il titolo Una fata moderna.    1 | STATO DI FATTO E RICHIESTE |  L’area di progetto copre una superficie di circa 700 mq e si compone di due zone principali: il giardino, che...

    Project details
    • Year 2024
    • Client MyPlant & Garden
    • Contractor Fondazione Minoprio (per il verde)
    • Cost 34.000 €
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Hospitals, private clinics
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