The Cube | Luca Bruno

Eboli / Italy / 2024

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CONCEPT


Oltre a ‘La Stanza della Poesia’, la scrittrice Angela Panaro mi incaricò di un altro progetto.
Aveva, infatti, acquistato da poco, un piccolo vano: una stanza all’interno di Palazzo Carusi Abbamonte, una delle costruzioni nobiliari del centro antico di Eboli, tutelato dalla Sopraintendenza per il proprio valore storico-architettonico e la bellezza che lo rende unico tra i vari fabbricati che affacciano su piazza San Lorenzo. Da quest’ultima voleva ricavarne la propria dimora, un luogo intimo, dove portare con se’ solo ciò che essenziale, proprio come la sua poesia.
Lo spazio a disposizione per sviluppare il progetto era piccolo e a forma di trapezio rettangolo con una superficie di 26.50mq ed un’altezza di 3.85m. Guardando il Palazzo dall’esterno, l’area dell’intervento si individua facilmente, dato che si trova proprio al centro del prospetto principale, caratterizzato da un affaccio con uno sbalzo in pietra lavica lavorata a mano ed una ringhiera in ferro battuto; non si può sbagliare: è l’unico sbalzo dell’intero palazzo, l’affaccio più importante.
Prima di iniziare a disegnare mi sono soffermato a fare alcune riflessioni: penso che ogni abitazione debba rappresentare l’identità e la personalità di chi ci vive. Non si tratta semplicemente di un luogo dove riposare, ma della tana nella quale sentirsi a proprio agio ritrovando se’ stessi, le proprie cose, il proprio comfort, l’ispirazione ed il piacere della vita quotidiana; "la casa dovrebbe essere lo scrigno del tesoro del vivere".
Ogni dimora, deve quindi raccontare di chi la vive; attraversandola si deve avere la possibilità di instaurare un primo contatto con le persone che la abitano, un’anteprima della loro essenza.
In questo caso, l’abitazione è la dimora di una scrittrice, per cui dovrà donarle emozione ed ispirazione, dovrà essere quel luogo dove poter annotare appunti scaturiti da riflessioni profonde ed avere la possibilità di dedicarsi alla stesura di un libro. Di conseguenza, chiunque la percorrerà, attraverso la percezione visiva dello spazio e degli oggetti, attraverso gli odori, dovrà intuire di essere a casa di una studiosa, sentendo la sua presenza anche in sua assenza.
Tornando alla stanza, la sua altezza, pur essendo oltre la norma, non era sufficiente urbanisticamente alla realizzazione di un soppalco, ma era abbastanza per poter contenere un mobile in legno nel quale poterci circolare dentro.
E’ da quest’ultima considerazione che mi è venuto in mente uno dei capolavori più noti del Rinascimento italiano, un dipinto di Antonello da Messina: Girolamo nello studio.
Lo studiolo di San Girolamo, è stata la mia fonte principale d’ispirazione per questa progettazione: esso si presenta come una piccola architettura ricavata da un cubo decostruito e calato all’interno di un’architettura muraria più ampia. Dentro vi si trova tutto l’essenziale che occorre ad uno studioso: un tavolo dove poter scrivere, una scaffalatura dove poter appoggiare libri ed oggetti, una sedia e una scala grazie alla quale poter raggiungere il pavimento della piccola architettura che si stacca da quello dell’architettura che lo contiene.
Il tutto all’interno di una grande costruzione gotica, composta da archi, colonne e finestre dalle quali poter ammirare il cielo e le verdi colline.
Ciò che nel dipinto ha particolarmente colpito la mia attenzione, è proprio il binomio tra le due architetture: una piccola in legno contenuta in un’altra più grande in muratura. Pensando a quello studiolo, nasce il progetto ‘The Cube’: un cubo snaturato di mogano fluttuante, penetrato da spazi irregolari “volanti” in faggio, sventrato da percorsi traslanti: un’esplosione ottenuta dall’incrocio di due essenze legnose differenti, all’interno di un’architettura, totalmente bianca, che, grazie ad una temperatura colore di 4000K delle luci, le quali ripercorrono le linee generatrici del progetto, rende più freddo ed accecante il
bianco delle pareti e del pavimento in micro-resina. Il contenitore bianco, avrebbe dovuto abbagliare al punto che, lo sguardo dovesse indirizzarsi al cubo legnoso, per ricevere calore e protezione.
Quanto alle essenze legnose, il mogano è stato scelto perchè è il legno più utilizzato per realizzare mobili pregiati; mentre il faggio vuole essere un omaggio alla scrittrice essendo uno dei legni che, in passato, veniva utilizzato maggiormente per la produzione di carta da scrittura.
Ambedue, inoltre, contribuiscono ad isolare termicamente ed acusticamente il cubo, rendendolo un abitacolo elegante e confortevole come quello di un camper poggiato occasionalmente in un vuoto totalmente bianco preso in prestito dal film ‘Arancia Meccanica’ del Maestro Stanley Kubrick.
Ogni elemento presente in questo piccolo spazio, ne accresce il valore semantico, come il colore rosso, scelto per tutti quegli elementi che arredano o decorano il cubo oltre ad essere una tinta molto familiare ad Angela, proprio per il significato che generalmente gli si attribuisce.



DESCRIZIONE DELLO SPAZIO


Al secondo piano di Palazzo Carusi Abbamonte, si accede alla stanza bianca a doppia altezza dove si trova “The Cube”. Entrando, sulla destra, si ha immediatamente la possibilità di salire al secondo livello del cubo grazie ad una scala in faggio che, all’occorrenza, per la forma della propria struttura, funge anche da ripostiglio. Dove smonta la scala, trova spazio un affaccio, ottenuto facendo traslare avanti di pochi centimetri il pavimento di parquet prefinito in faggio. Proseguendo, ci si imbatte in un piccolo scrittoio con una poltroncina in cuoio rossa: qui la scrittrice, può sedere e annotare su carta i propri pensieri trovando ispirazione grazie al collegamento visivo con il terrazzo sottostante su piazza San Lorenzo e su un albero di mimosa, che in primavera si riveste di giallo. Chiudendo lo scrittoio a ribalta, il pavimento in legno, svetta fuori con forza come la prua di una nave, diventando il percorso che conduce alla libreria sospesa, dove trovano spazio i testi preferiti di Angela e del marito Antonio, anche lui appassionato di scrittura e lettura.
Voltandosi alle spalle ed incamminandosi nuovamente lungo un percorso alto solo 190 cm, sulla sinistra è stato incassato un comodo guardaroba e, dall’altra estremità del Cubo, sporge fuori uno spazio sul quale poggia il letto matrimoniale. Dall’alto, c’è sempre la possibilità di affacciarsi nel vuoto bianco a doppia altezza per non perdere mai il contatto con la parte bassa della piccola abitazione.
Ritornando giù dalla scala in faggio, ci si ritrova nel volume bianco: il contenitore del cubo.
Avanzando si giunge velocemente ad una piccolissima area arredata con un tavolo da pranzo di ridotte dimensioni, in legno e ferro bianchi, circondato da sedie in cuoio rosse e un mini divano per due anch’esso rosso, dal quale poter godere della vista sul centro antico di Eboli seduti comodamente, nei momenti di relax.
Anche dal basso, alzando gli occhi al cielo, non si perde mai il contatto con la parte superiore del cubo, grazie alla presenza ‘ingombrante’ della prua e della libreria sospesa retroilluminata. Sopra e sotto sono sempre “comunicanti”.
Riprendendo il cammino ci si immerge nuovamente nel cuore del cubo, ma stavolta nella parte bassa. Attraverso un piccolo corridoio alto anch’esso 190cm, sulla sinistra si affianca al nostro cammino la ‘stecca funzionale’ adibita a cucina: lavastoviglie, fuochi, lavello, frigorifero intervallati da alcuni piani d’appoggio. Il tutto sormontato da una superficie in travertino rosso persiano che accompagna alla parte finale del cubo: il bagno, composto da rivestimenti, anch’essi in travertino rosso, mobili in faggio ed accessori totalmente bianchi

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    CONCEPT Oltre a ‘La Stanza della Poesia’, la scrittrice Angela Panaro mi incaricò di un altro progetto.Aveva, infatti, acquistato da poco, un piccolo vano: una stanza all’interno di Palazzo Carusi Abbamonte, una delle costruzioni nobiliari del centro antico di Eboli, tutelato dalla Sopraintendenza per il proprio valore storico-architettonico e la bellezza che lo rende unico tra i vari fabbricati che affacciano su piazza San Lorenzo. Da quest’ultima voleva...

    Project details
    • Year 2024
    • Work started in 2022
    • Work finished in 2024
    • Client Angela Panaro
    • Contractor RO.FI s.r.l.
    • Status Completed works
    • Type Apartments / Interior Design / Lofts/Penthouses / Refurbishment of apartments
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