Parco della Memoria- San Giuliano di Puglia (CB) | zero85 studio

Campobasso / Italy / 2006

0
0 Love 3,100 Visits Published
Osservazione del sito: Percorrendo la strada provinciale adriatica 40 abbiamo raggiunto San Giuliano di Puglia. Superando l’ultima curva, si svela il paesaggio molisano fatto di boschi e di campi coltivati. L’impatto con questa straordinaria presenza naturale, in un luogo a noi noto a causa di quella tragica scossa tellurica, ci ha immediatamente condizionato ad alcune osservazioni: - l’irregolarità delle forme della viabilità poderale e delle diversificazioni delle colture contrapposta alla maglia regolare delle piantumazioni arboree contenutevi. - il diversificarsi, senza apparente regola, dell’intensità delle piantumazioni da molto dense, determinando veri e propri boschi, fino a diradarsi nei filari degli alberi da frutto. - il nuovo paese che digrada verso il paese storico sulla direttrice di corso Vittorio Emanuele III; asse viario che intercetta l’area di intervento in due punti determinando luoghi di attenzione. - la percezione dall’alto verso il basso dell’area, indotta dalla viabilità di ingresso al paese, costringe a considerazioni in scala territoriale. Sono questi elementi del paesaggio a risultare particolarmente significativi e ai quali relazionarsi. La “piazza diffusa” come luogo di distribuzione e di socializzazione: Il progetto è costituito da una fascia perimetrale pavimentata denominata “piazza diffusa” che interagisce direttamente con il contesto costruito del paese fungendo da filtro osmotico tra il parco naturale e il costruito. La totale permeabilità è garantita dall’andamento che si mantiene sempre sul medesimo piano altimetrico della via Giovanni XXIII e della ex strada provinciale 40 Adriatica; dai due ingressi su corso Vittorio Emanuele III (quello all’incrocio con la ex strada provinciale 40 Adriatica e quello garantito da una gradinata all’altezza della piazza inferiore). La “piazza diffusa” incornicia il parco verde, composto da tre differenti essenze arboree (Frassino, Carpino nero e Pesco) che si sviluppano in una regola formale simile a quella della campagna: formando quindi un fronte compatto verso il nuovo costruito su corso Vittorio Emanuele III, diradandosi verso la via Giovanni XXIII, aprendo ulteriormente il parco al paese. Permeabilità e attraversamenti del parco: All’interno del parco la transitabilità è garantita da percorsi ciclo pedonali che attraversano da un lato (alto) all’altro (basso) l’intera area connettendo i lati opposti della “piazza urbana”, garantendo così ulteriore permeabilità al progetto. I luoghi della socializzazione e del gioco: All’interno del parco, tra la vegetazione e lontana dalla strada, è prevista un’area attrezzata per i giochi dei bambini. La “piazza diffusa”, oltre a rappresentare un luogo di passeggio, accoglie, nelle sue propensioni verso il parco, in aree di sosta dotate di sedute, la popolazione del paese che, in alternativa, si ritrova nella piazza urbana posta ai piedi dell’area di progetto. I luoghi della preghiera: La ragione del progetto è quella di non dimenticare l’evento tellurico che dà origine al dramma umano di dimensioni devastanti. Il progetto prevede un incremento di tappe per commemorare innanzitutto le vittime, ma anche per ricordare come la presenza di una faglia di tipo “trascorrente” (che altro non è che la prosecuzione di una grande faglia adriatica) abbia potuto determinare una tale tragedia. Il passaggio della faglia sull’area di progetto viene indicato dalla presenza di un’opera d’arte dal nome “unicorno”, che diverrà un riferimento territoriale e simbolico visibile da ogni parte del paese, in quanto posta nella parte più alta dell’area. Un progetto, quindi, nel ricordo delle vittime, ma anche delle cause che hanno determinato quegli effetti drammatici. Il progetto architettonico si muove attorno alle opere dell’artista che generano i luoghi della commemorazione collettiva (pubblici) e della preghiera (intimi). LE STAZIONI DELLA MEMORIA Unicorno, Ceriera, Evaporazioni. In questa comunione di intenti, l’arte e l’architettura tracciano tre tappe essenziali: La prima stazione: il luogo della rottura terrestre – la faglia Come sbucasse dalla terra in seguito ad una spinta dal basso, emerge dalla pavimentazione attraverso un foro circolare (diametro 70 cm) dotato di illuminazione interna, una scultura a spirale che salendo si stringe fino a diventare una lama fatta di corpo lavico e bronzo fuso, dal titolo “unicorno”. Alta circa 6 metri, diviene un punto di riferimento nel paese e segna l’inizio del percorso del parco della memoria. Dall’estremità dell’unicorno scende lentamente l’acqua (trasudare della materia) che si raccoglie alla base della scultura all’interno del foro circolare. L’unicorno come sorgente della vita e della morte. La seconda stazione: il luogo del dramma – i resti della scuola Ciò che resta del pavimento viene preservato con un getto di resine epossidiche trasparenti e diventa una intera lapide che porta i nomi in bronzo delle vittime con la data e l’ora esatte della scossa letale (31 ottobre 2002 ore 11:32) per tutta la superficie della scuola. Il pavimento è tagliato in due dal passaggio di un piccolo canale d’acqua che scorre fino alle pareti poste in basso nella parte criptica dove le ceriere tengono in vita le fiamme in memoria delle vite spente. La terza stazione: il luogo della preghiera intima – la cripta La parte criptica è costruita a compensazione della porzione di pavimento della scuola che ha ceduto. Viene ricostruito il piano della pavimentazione con lastre in vetro che permettono la vista nella cripta inferiore. Questo luogo della preghiera intima, si caratterizza per la presenza di acqua e ninfee sul piano del pavimento e di un percorso in cemento che forma una croce e che invita alle ceriere dove ardono le fiamme delle candele. Le pareti inumidite dall’acqua che scende dal piano della scuola accolgono il formarsi di muschi favorito dalle temperature miti garantite da un sistema di riscaldamento a parete (fonti geotermiche). Luogo della preghiera, sarà fortemente caratterizzato dai tre elementi il fuoco, l’acqua, il muschio come forma di vita. La quarta stazione: il luogo della commemorazione collettiva – la piazza degli Angeli di San Giuliano di Puglia Lo spazio assume le dimensioni pubbliche, diventa contenitore sociale per ricordare collettivamente. Riaffiora l’acqua per l’ultima volta nella piazza cittadina dove, attraverso 30 fori a terra, nebulizzatori spargono nell’aria gocce d’acqua che, cadendo lentamente a terra su di una porzione del pavimento riscaldato da pannelli radianti, evaporano salendo in cielo come le anime leggere che tornano a far parte del mistero della vita. Il luogo testimone resta il tempio del silenzio e del raccoglimento; l’uomo non rassegnandosi alla caduta, solleva la morte nella sfera della visione dandole il corpo.
0 users love this project
Comments
    comment
    user
    Enlarge image

    Osservazione del sito: Percorrendo la strada provinciale adriatica 40 abbiamo raggiunto San Giuliano di Puglia. Superando l’ultima curva, si svela il paesaggio molisano fatto di boschi e di campi coltivati. L’impatto con questa straordinaria presenza naturale, in un luogo a noi noto a causa di quella tragica scossa tellurica, ci ha immediatamente condizionato ad alcune osservazioni: - l’irregolarità delle forme della viabilità poderale e delle diversificazioni delle colture contrapposta...

    Project details
    • Year 2006
    • Status Competition works
    • Type Parks, Public Gardens / Public Squares
    Archilovers On Instagram