La riqualificazione dell'edificio a corte 'ex Hotel Saragozza' in via Senzanome, a Bologna | Andrea Trebbi architetto

L’edificio ‘a corte’ già sede dell’Hotel Saragozza in via Senzanome, a Bologna, era disattivo da un decennio circa. La limitatezza qualitativa dei materiali da costruzione che lo assemblavano, surrogata dalla loro condizione di obsolescenza e di abbandono manutentivo, aveva reso complicata anche la stessa prestazione del rilievo architettonico. La subentrante proprietà dell’edificio espresse il programma, attraverso l’indispensabile opera di completa ristrutturazione, di utilizzarne i rinnovati spazi convertiti verso la duplice funzione abitativa e professionale. Il luogo, un suggestivo comparto edilizio innestato nel quadrante sud-ovest del Centro Storico, e la classificazione ‘documentale’ attribuita all’edificio dallo strumento urbanistico ponevano i requisiti della prestazione progettuale su un piano esclusivamente conservativo, nel cui ambito solo i particolari e i componenti potevano eventualmente discostarsi dallo stato di origine e manifestare i segni della contemporaneità. Pertanto, l’attenzione verso il lavoro di ripristino degli assetti morfologici fondamentali e di recupero tipologico e materico ha inevitabilmente connotato i dispositivi progettuali per la cui realizzazione, peraltro, non era ammessa la procedura di demolizione e ricostruzione. Nell’ambito del repertorio dei motivi architettonici dissonanti rispetto al rilievo dell’edificio, assume il significato prevalente la rielaborazione della fase conclusiva del prospetto su via Senzanome originariamente constatata tra un segno di marcapiano e il canale di gronda, allorché il progetto, per esaltare il requisito della panoramicità sopra i tetti del Centro Storico, ne reinterpreta completamente la soluzione attraverso l’opera di sfondamento a vantaggio di una cortina di consecutive e regolari trasparenze. Nell’attualità, la consistente dimensione dell’opera, complessivamente di 800 mq., è spalmata in 7 unità immobiliari prevalentemente svolte intorno ad una suggestiva corte, l’unica possibile alternativa di relazione diretta con l’ambiente esterno al prospetto su via Senzanome.